Quattro milioni e mezzo di richieste di soccorso, oltre un milione di interventi. In trent’anni la centrale operativa del 118 in riva allo Stretto tra mille difficoltà, è riuscita a salvare tante vite, a dare risposte concrete nei momenti più difficili che l’emergenza determina. Da ieri questa straordinaria esperienza di professionalità e umanità ha chiuso. Certo il servizio proseguirà ma sarà gestito dal 112 di Catanzaro. Un altra riforma che accentra in nome del rigore della spesa e dell’organizzazione del servizio tutto nel capoluogo della Calabria. Una riorganizzazione di tutto il sistema dell’emergenza urgenza che ridisegna sul modello già sperimentato con successo in altre regioni italiane i servizi. Così invece che 5 sedi provinciali, ce ne saranno due una per l’area Nord a Cosenza che avrà il ruolo di coordinamento e una per l’area sud a Catanzaro. Quindi di fatto le centrali chiuse restano quelle di Reggio e Vibo. Ma al tempo stesso spoglia il territorio di risorse umane preziose. Un modo per trasformare in opportunità quella che ha il sapore amaro di una “spoliazione” l’ennesima per il territorio?
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