Un detenuto «ingestibile» Alessio Peluso, il giovane campano picchiato all'interno delle carceri “San Pietro” il 22 gennaio 2022 da un gruppo di agenti che adesso sotto processo. Ed è stato anche un detenuto «pericoloso» come emerge dai continui trasferimenti da un istituto penitenziario ad un altro - prima di Reggio è passato a Lecce, Secondigliano, Frosinone e Rebibbia - e come si ricava dalle numerose relazioni dei funzionari delle carceri dove sarebbe stato protagonista di svariati episodi di violenza, intemperanze e minacce. Anche ieri nell'udienza celebratasi all'Aula bunker, nella prima parte del lungo controesame al dottore Paolo Valenti, il funzionario della Squadra Mobile che è il firmatario dell'informativa cardine dell'indagine, è stato ricordato l'episodio in cui da detenuto di Rebibbia sarebbe riuscito a farsi consegnare grazie a un drone un'arma per un regolamento di conti all'interno della mura carcerarie. Fatto gravissimo per cui è stato disposto il trasferimento immediato di Alessio Peluso nella casa circondariale di via San Pietro. E quando arrivò a Reggio le sue credenziali erano decisamente negative, indicato da più fronti come «soggetto pericoloso». Anche dal plesso “Panzera” partirono subito le segnalazioni al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria inerenti «l'ingestibilità» di Alessio Peluso. È del 19 gennaio 2022 la segnalazione - in gergo tecnico “applicativo eventi critici” - su comportamenti all'insegna oltre il limite del detenuti napoletano. E siamo a 3 giorni dal tristissimo 22 gennaio 2022, quando le immagini della videosorveglianza interna immortaleranno le fasi di violenza nei confronti di Alessio Peluso. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio