È prevalso il buon senso ieri nella prima udienza davanti al Tribunale di Locri alla giovane iraniana, Marjan Jamali, ritenuta dall’accusa una scafista. La donna dall’istituto penitenziario di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), dov’è stata trasferita da circa due settimane, farà infatti “ritorno” nel carcere di Reggio Calabria, come richiesto dal legale di fiducia della giovane, avv. Giancarlo Liberati. Sulla intricata vicenda, resa ancora più delicata dall’improvviso trasferimento a Barcellona, nei giorni scorsi il deputato Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi Sinistra, aveva presentato al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, un’interrogazione parlamentare con richiesta urgente di risposta scritta. Marjan Jamali, di 29 anni, mamma di un bambino di 8 anni attualmente ospite a Camini di una famiglia afghana, era sbarcata, insieme ad altri 100 migranti circa, a Roccella alla fine di ottobre al termine di una delle tante operazioni di soccorso in mare. Due giorni dopo l’arrivo, era stata arrestata dalle forze dell’ordine perché ritenuta un scafista, sulla base delle dichiarazioni rese dopo lo sbarco da tre migranti. Una vicenda già in sé salita agli onori delle cronache: Marjan sarebbe la prima presunta trafficante donna finita in manette al Porto di Roccella negli ultimi 200 e passa sbarchi di migranti verificatisi nello scalo marittimo della Locride negli ultimi 5-6 anni. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio