Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i due indagati accusati dell’omicidio di Giuseppe Salvatore Tutino, il rosarnese ucciso brutalmente due anni fa nelle campagne di Calimera, nella frazione di San Calogero nel Vibonese. I due uomini, difesi dall’avvocato Carmelo Naso, sono comparsi ieri mattina, davanti al gip per sottoporsi all’interrogatorio di garanzia. Il primo nel carcere di Siracusa, dove si trova ristretto per un’altra vicenda, il secondo a Vibo Valentia. Secondo quanto appreso entrambi avrebbero deciso di non rispondere alle domande. I giudici hanno confermato la custodia cautelare in carcere per i due indagati. La svolta nell’omicidio del 62enne di Rosarno è avvenuto la mattina del 7 marzo scorso, quanto i Carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia e del Ros, coordinati da questa Procura di Vibo, hanno eseguito a Rosarno e Siracusa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal gip di Vibo, nei confronti di due uomini di Rosarno, uno dei quali già detenuto per associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, mentre l’altro con precedenti in materia di armi era a piede libero. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Tutino sarebbe stato ammazzato per un debito di poche migliaia di euro che vantava nei confronti di uno degli indagati per della droga mai pagata. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria