Compariranno in aula il 17 aprile prossimo i 58 indagati finiti nell’inchiesta sulla presunta gestione “parallela” del cimitero di Cittanova, nel Reggino. In quella data inizierà l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Palmi. Un’inchiesta lampo, quella dei carabinieri, scattata la mattina del 15 settembre scorso e che aveva portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare per 12 persone. Tutte, però, sono state scarcerate e rimesse in libertà. Dopo sette mesi, le indagini sono state chiuse e il procedimento approda in udienza preliminare. Secondo l’accusa, il cimitero di Cittanova era stato gestito per anni in maniera parallela, soprattutto da alcuni impiegati, come se fosse un affare privato. Una gestione che, secondo quanto emerge dalle carte, sarebbe stata facilitata dalla mancanza di controlli da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso degli anni, definite dagli inquirenti «succubi, se non talora complici, dei soggetti reali gestori del settore cimiteriale». Solo l’ultima, guidata dal sindaco Francesco Cosentino (scrivono gli inquirenti), avrebbe cercato di capire cosa stesse succedendo nel cimitero cittadino, promuovendo degli accertamenti sui tributi effettivamente pagati rispetto alle sepolture di fatto eseguite. L’inchiesta “Aeternum”, condotta dai carabinieri del Reparto operativo dei carabinieri, dal Gruppo di Gioia Tauro e dalla stazione di Cittanova, ruota attorno alla figura di Salvatore Ligato detto Franco, di 68 anni, l’ex custode, oggi in pensione, del cimitero di Cittanova per il quale il gip di Palmi Francesco Petrone aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore Crescenti. In carcere finirono anche tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri: Francesco Galluccio (61), Serafino Berlingeri (56) e Antonino Albanese detto «Antonello» (60).
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