Il blitz alle prime luci dell’alba, i carabinieri in casa, l’ordine di arresto. Maria Cutrì ha dovuto attendere 7 giorni per essere rimessa in libertà, sei mesi per essere scagionata. Non è quantificabile, invece, l’umiliazione e il dolore provato da una stimata agente della polizia locale dopo anni di onorato servizio. La sua divisa dimessa, in suo onore infangato. La Cutrì era stata coinvolta, nel settembre 2023, nell’operazione della procura di Palmi “Aeternum”. Un’inchiesta che aveva portato alla luce una presunta gestione parallela del cimitero dei Cittanova. Estumulazioni illegali in cambio di soldi. L’agente era accusata di abuso ufficio, vilipendio di cadaveri ed illecito smaltimento di rifiuti speciali. Secondo le informative dei carabinieri, la Cutrì avrebbe effettuato un sopralluogo al cimitero di Cittanova attestando il falso, ma nelle ore in cui si stava procedendo all’estumulazione della salma lei era impegnata in un altro servizio. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, reso davanti al gip del tribunale di Palmi, la donna aveva dichiarato con forza la propria estraneità ai fatti che le contestavano. Mediante una puntuale ricostruzione dei fatti, anche supportata dalla documentazione acquisita dal suo legale, l’avvocato Graziella Scionti, aveva ottenuto la revoca degli arresti domiciliari e subito rimessa in libertà. L’indagata aveva potuto chiarire l’errore in cui erano incorsi gli investigatori. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria