È un pezzo del puzzle di una città che prova ad alzare la testa, non solo cortei e slogan. «Facciamo un plauso alla Giunta e ci auguriamo che la misura e il regolamento possano trovare il consenso unanime del Consiglio comunale». Francesco Siclari presidente della Fai reggina (Federazione antiracket e anti usura) dà voce all’apprezzamento per la scelta di campo con cui l’amministrazione comunale si schiera dalla parte degli imprenditori che hanno voluto interrompere quel circuito perverso imposto dalla cosche. «Attraverso l’abbattimento del 100% delle imposte Imu, Tari e canone unico patrimoniale per tre anni, l’amministrazione comunale ha dimostrato di essere vicina in maniera concreta alle imprese che denunciano che sono vittime di racket ed usura». Potrebbe sembrare un gesto simbolico. Ma è molto di più. È un messaggio che il vento sta cambiando, che sta maturando una nuova consapevolezza: la partita contro la mafia si vince se si sta tutti dalla stessa parte. Il Comune ha compiuto un passo che si muove nella stessa direzione del percorso che i coraggiosi imprenditori del Fai hanno scelto di intraprendere. La speranza è che questa aria meno asfittica, meno grigia possa essere «da stimolo alle imprese agli operatori economici reggini affinché maturino questa scelta. Noi come Fai diamo la nostra disponibilità ad assisterli senza esporli nel cammino burocratico e non solo». Sono 15 i soci fondatori della federazione, alcuni di loro vivono sotto tutela, ma i numeri sono in crescita. «Abbiamo dieci richieste di iscrizione che al momento sono in attesa del parere da parte della Prefettura». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio