Il nosocomio cittadino “Giovanni XXIII” ha certamente ripreso vita rispetto al contenitore vuoto in cui si era appiattito nel periodo immediatamente successivo all’emergenza pandemica, dopo aver espletato la fondamentale funzione di Covid Hospital per i pazienti di lungodegenza ancora positivi al virus provenienti dal Gom di Reggio. Tanto si è fatto, tanto c’è da fare nel breve termine e tanto ancora sarà programmato a lunga gittata, anche in virtù di quanto annunciato dal direttore generale dell’Asp di Reggio, Lucia Di Furia, dal punto di vista strutturale.
Si può sintetizzare così l’esito del sopralluogo effettuato ieri mattina dal Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli che, come anticipato nei giorni scorsi a seguito di alcune segnalazioni dell’utenza – tra tutte quella relativa ai cinque pazienti arrivati in Pronto Soccorso in codice colore critico e rimasti in lunga attesa di altrettante ambulanze – ha effettuato una ricognizione dei vari reparti insieme al responsabile del presidio, il dottor Domenico Caglioti.
Nell’occasione, Stanganelli ha preso anche contezza di ben due tentativi di scasso perpetrati nottetempo da ignoti: uno in danno del Cup (centro unico prenotazioni) nel tentativo di prelevare il denaro; l’altro, forse più inquietante, nella farmacia ospedaliera, dove sono stati asportati farmaci di solito usati per il doping, nello specifico l’eritropoietina (EPO). Sul fatto indaga la Polizia sotto le direttive del dirigente del Commissariato, il vicequestore Luciano Rindone.
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