Non si trattò di prestiti da restituire con tassi da usuraio, né tantomeno c’era l’obiettivo di agevolare la ’ndrangheta. Il Tribunale del riesame, che ha disposto cinque scarcerazioni nell'operazione “Gallicò”, sottolinea i motivi della decisione, che ha ribaltato sul tema specifico le conclusioni della Procura antimafia, partendo dall’accoglimento dell’eccezione difensiva sull’inutilizzabilità delle intercettazioni «perché disposte in procedimento diverso non connesso», per poi escludere la gravità indiziaria: «Appare evidente come, da un giudizio di inutilizzabilità delle intercettazioni, discenda l'assenza di prova a carico di tutti gli indagati per il reato ex capo E, residuando le sole immagini del circuito di videosorveglianza che avevano ritratto un gestore di un bar versare una somma di denaro a favore di Cartisano Carmelo all'interno dello stesso esercizio commerciale, circostanza della quale rimarrebbe, in un regime di inutilizzabilità del compendio captativo, del tutto ignota la causa». Per i Giudici va accolta la tesi difensiva secondo cui non vi sarebbe prova né del capitale prestato né dei relativi interessi praticati. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio