«Io lo ammazzo quando viene, a me voleva fare il pacco, io quando viene qua lui non ha nemmeno terra per tenerlo, forse non hai capito a me volava truffarmi… e ancora…diglielo chiaro che gli faccio disastri veri, nel vero senso della parola perché mi sto sentendo solo preso per il culo… no, no glielo faccio vedere io a lui a chi prende per il culo…». Minacce, richieste di restituzione dell’affitto e dei soldi spesi per il locale, quasi 40 mila euro in tutto. Il presunto prestanome di Girolamo Piromalli a Milano, Agostino Cappellaccio, secondo la Dda meneghina avrebbe gestito alcuni della movida per conto dell’esponente di punta della cosca di Gioia Tauro. Un’interdittiva antimafia, però, aveva colpito il proprietario del Dom Cafè di Milano, il quale aveva dato in gestione il locale al calabrese. Parlando con un intermediario, Cappellaccio aveva inviato minacce specifiche al titolare della società proprietaria dell’attività commerciale: ridammi i miei soldi o finirà male. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio