Oltre cento imputati (la stragrande maggioranza con contestazioni marginali) ed un'unica parte offesa, una della lunghissima serie di vittime delle truffe informatiche, nel processo “Fullones” che si celebrando davanti al Tribunale collegiale (presidente la dottoressa Silvia Capone, giudici a latere le colleghe Greta Iori e Costantino e Carla Costantino). Il cuore dell'accusa, seppure con diversi profili di responsabilità, è aver fatto parte della gigantesca catena criminale delle truffe on line con base operativa, e mente criminale, a Reggio-città. Secondo la tesi accusatoria, sostenuta in dibattimento dai pubblici ministeri Vittorio Fava e Sara Prezzan e dai Carabinieri della Stazione “Reggio principale” e della Compagnia cittadina, a consumare decine e decine di truffe un manipolo di esperti in phishing, gli hacker della microcriminalità che svuotano i conti bancari grazie all'abilità di insinuarsi nei sistemi informatici e telematici degli istituti di credito dopo aver scoperto i necessari - e solitamente segretissimi (come gli stessi istituti bancari raccomandano) - codici d’accesso. Nello specifico le accuse sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti tra cui accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, detenzione e diffusione abusiva di codici d’accesso a sistemi informatici o telematici, frode informatica e riciclaggio.
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