«Abbiamo scelto di intitolare il molo turistico da poco rinnovato alla Pace perché chi arriva dall’altra parte del Mediterraneo si senta più sicuro una volta approdato, e allo stesso tempo chi viene a passeggiare rifletta sul privilegio che ha di vivere in un Paese libero, e faccia il proprio dovere perché la pace si affermi sempre più nei rapporti tra uomini e tra popoli». Così il sindaco di Roccella Vittorio Zito, che dopo aver parlato di “sfida vinta” in merito ai lavori di riqualificazione del porto, ha chiarito il senso della scelta operata dall’esecutivo sulla denominazione della banchina. Lo scalo roccellese, solo negli ultimi tre anni e mezzo, pur tra le difficoltà della pandemia, ha accolto circa 15 mila migranti, diventando esempio virtuoso di solidarietà ed efficienza nelle operazioni di primo soccorso. Merito anche della consolidata sinergia che ha unito in questi anni, il Comune, la Prefettura, la Capitaneria di porto, la Guardia di Finanza, le forze di Polizia, la Croce Rossa e la Protezione civile. E proprio l’anelito alla Pace, come valore universale da perseguire, e lo spirito di cooperazione tra i vari attori istituzionali, le forze dell’ordine e il mondo del volontariato sono stati i temi più volte richiamati ed auspicati nel corso della cerimonia di inaugurazione e intitolazione del molo. Numerose le autorità civili, militari e religiose, i rappresentanti delle associazioni e i cittadini intervenuti al porto, nonostante il maltempo, tra cui il procuratore generale di Reggio Gerardo Dominijanni. Dopo l’alzabandiera eseguito dai militari della Guardia costiera e il rito di benedizione da parte del parroco don Francesco Carlino, a tagliare il nastro e scoprire la targa del molo della Pace sono stati la prefetta Clara Vaccaro e il sindaco Zito. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio