Dalle motivazioni della sentenza di appello del processo “Banco Nuovo-Cumps”, definito con il rito ordinario, emerge che nell’area compresa tra i comuni di Brancaleone e Africo Nuovo, comprendente il comune di Ferruzzano e quello di Bruzzano Zeffirio con la sua frazione di Motticella, insiste un molteplice interesse di consorterie appartenenti alla ’ndrangheta. I giudici della Corte di appello di Reggio Calabria richiamano il contesto storico criminoso sulla sussistenza dell’organizzazione mafiosa contestata dalla Procura distrettuale antimafia reggina nell’inchiesta “Banco Nuovo-Cumps”, «la quale ha ricevuto un riconoscimento giurisdizionale innanzitutto con la sentenza irrevocabile emessa all’esito del procedimento “Tuareg”, in cui è stata ritenuta sussistente la compagine associativa oggetto di imputazione a partire dall’anno 1983 sino al 20.5.1999 (sentenza di primo grado)». «Emerge invece dagli esiti del processo “Crimine” – si legge ancora nella sentenza – la volontà di riaprire la “Locale di Motticella”, chiusa a seguito di una ferocissima faida combattuta tra le famiglie “Scriva-Palamara-Speranza” da una parte e “Morabito-Mollica” dall’altra, iniziata negli anni ’80 e protrattasi per oltre un decennio, lasciando una lunghissima scia di morti». La questione di tale riapertura della “locale di Motticella” «per come evincibile dalla sentenza irrevocabile “Crimine” grazie alla paziente intermediazione del “Mastro” Giuseppe Commisso, i vertici del Crimine trovarono un compromesso, decidendo che Africo sarebbe rimasta l’unica Locale operante su quella porzione di territorio e che Motticella, pur non recuperando più le connotazioni originarie di Locale cui aspirava, avrebbe avuto il riconoscimento di “ndrina distaccata”, ricadente comunque nella “giurisdizione” di Africo, ma retta da un autonomo capo società».
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