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Sanità sempre più “in trasferta”, un reggino su 4 si cura fuori

Gli ultimi dati dell’Istat certificano la fuga verso strutture soprattutto del Nord

Una sala operatoria dell'ospedale Molinette di Torino, in un'immagine d'archivio. ANSA/ Tonino Di Marco/ DC

Una situazione complessa che non si riesce a normalizzare, nonostante gli impegni che si stanno mettendo in atto. I cittadini reggini scelgono ugualmente di andare via per curarsi, perché non hanno fiducia della sanità reggina. E il quadro è ancora più grave di quanto si pensasse, stando a quanto certificato dall’Istat ha certificato pochissimi giorni addietro: l’area della città metropolitana di Reggio Calabria è la prima in Italia per mobilità passiva. Si considera che un cittadino su quattro va fuori per diagnosi e cure e il dato è ancora più emblematico se si raffronta la stessa situazione, ad esempio, con Genova dove solo un cittadino su 10 sceglie di emigrare per ragioni di salute. Si parte già da territori diversi, con economie e Pil pro-capite distanti e con strutture differenti, ma il gap è impressionante, con tutte le conseguenze che ciò comporta.

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