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Corigliano, agguato mafioso a Pasquale Inzitari: chiesti 4 rinvii a giudizio

L’imprenditore di Rizziconi scampò alla morte. La pistola del killer s’inceppò durante l’azione

L'arma s'inceppa e Pasquale Inzitari sfugge alla morte

Inseguito dalla morte. Con un figlio ucciso a diciott’anni e un cognato dilaniato da una bomba. Pasquale Inzitari, imprenditore, ex amministratore comunale di Rizziconi, con un passato di esponente politico “centrista”, è scampato a un agguato di ‘ndrangheta il 25 luglio del 2017 nel parcheggio del centro commerciale “I portali” di Corigliano. Due killer in sella a uno scooter, partiti dalla Piana di Gioia Tauro, hanno tentato di farlo fuori a colpi di pistola. L’imprenditore è sceso dal fuoristrada su cui si trovava e che era stato colpito alle ruote, cercando scampo all’interno della struttura commerciale. Ha intrapreso una corsa disperata inseguito da uno dei due sicari che, dopo averlo quasi raggiunto, ha tentato di far di nuovo fuoco con l’arma stretta in mano che, però, s’è inceppata. Per il tentato omicidio di Inzitari, l’undici agosto dello scorso anno, sono state arrestate per ordine della Dda di Catanzaro quattro persone: Michelangelo Tripodi, 45 anni, di Vibo Valentia, Francesco Candiloro, 44 anni, di Polistena, Antonio Domenico Scarcella, 56 anni, di origini calabresi ma residente in provincia di Brescia, e Gianenrico Formosa, 52 anni, di Flero, piccolo comune del bresciano. A raccontare i retroscena dell’agguato è stato proprio Formosa, coinvolto nel frattempo in altre inchieste e diventato collaboratore di giustizia il 30 novembre del 2021.

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