Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«È un omicidio di ’ndrangheta». Ma non era vero. Paolo Salvaggio, considerato legato ai clan di Platì, ucciso per un regolamento di conti

I dissapori del broker della droga detto “Dum Dum” erano maturati in galera. Inizia oggi il processo al presunto autista dei killer

Nonostante l’agguato mortale sia stato compiuto con metodi platealmente mafiosi, non ha nulla a che fare con la criminalità organizzata calabrese, e quindi con i sempre delicati equilibri dei clan aspromontani trapiantati in Lombardia. Parliamo dell’omicidio di Paolo “Dum Dum” Salvaggio, 60enne broker della droga con rapporti consolidati, secondo le forze dell’ordine e i magistrati antimafia di Milano, con una potente cosca originaria di Platì. Il delitto, consumato in pieno giorno l’11 ottobre 2021 a Buccinasco, alle porte di Milano – una zona in cui la presenza di interi nuclei familiari originari della Locride è massiccia – non sarebbe, infatti, maturato all’interno di dinamiche mafiose, nonostante gli stretti legami di Salvaggio con la criminalità organizzata. E ciò nonostante le “voci” circolate, tra cui anche le dichiarazioni, precipitose del sindaco di Buccinasco, subito dopo l’agguato,
L’esecuzione sarebbe invece collegata a dissapori nati all’interno del carcere dove Salvaggio (in passato finito anche nella rete della maxi inchiesta antimafia “Nord-Sud” contro le cosche trapiantate nel Nord Italia) era recluso prima di essere rimandato a casa, nel 2021, per seri problemi di salute. I killer, due uomini in sella a uno scooter Yamaha TMax, raggiunsero Salvaggio mentre era in bici in via della Costituzione, in pieno giorno, e lo freddarono con quattro colpi di pistola, l’ultimo dei quali a bruciapelo alla testa, per poi fuggire verso un’area isolata tra via San Giusto e via Forze Armate, vicino alla zona aad alta densità criminale di via Fleming.
Qualche mese dopo l’omicidio, dalle serrate indagini avviate dai carabinieri cominciò ad emergere la figura e il ruolo del 45enne Benedetto Marino, residente a Inveruno e arrestato in Sicilia, in provincia di Catania. Le telecamere della zona, infatti, avevano inquadrato il killer mentre, a poca distanza dal luogo dell’omicidio di Salvaggio, saliva a bordo di una Peugeot 3008, guidata dallo stesso Marino. Il processo a carico di Benedetto Marino, davanti ai giudici della Corte d’assise di Milano, inizierà oggi.

Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

 

Digital Edition
Dalla Gazzetta del Sud in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia