Molti dei reati che gli contestavano li avrebbero commessi, tra i quali l’usura, ma non sono mafiosi. Questo è quanto stabilito dal Tribunale di Palmi che, nella tarda serata di giovedì, ha emesso la sentenza che riguardava i 31 imputati finiti nell’inchiesta denominata “Libera Fortezza”. L’operazione, condotta dai Carabinieri e della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, era scattata all’alba del 16 giugno 2020. L’ipotesi d’accusa era l’appartenenza o contiguità alla cosca di ‘ndrangheta dei Longo-Versace di Polistena. Tutti gli imputati accusati, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, usura, estorsione, riciclaggio, esercizio attività finanziaria abusiva, detenzione illegali di armi, tutti aggravati dalla finalità e dal metodo mafioso. Tuttavia, l’impostazione accusatoria non ha trovato d’accordo il collegio del tribunale di Palmi che ha condannato 20 persone, ma per tutti ha escluso sia l’accusa di associazione mafiosa (riqualificandola in associazione a delinquere semplice) che l’aggravante del metodo mafioso per tutti gli altri reati. I giudici, infine, hanno dichiarato l’inefficacia della misura cautelare nei confronti di 10 dei 21 condannati, se non detenuti per altra causa. Sono stati condannati Nicola Auddino a 4 anni e 6 mesi, Pasquale Candiloro a 1 anno e 4 mesi, Claudio Circosta a 4 anni e 6 mesi, Francesco Circosta a 4 anni e 6 mesi, Domenico Giordano a 5 anni e 3 mesi, Salvatore Iannizzi a 3 anni, Serafino Iannizzi a 4 anni e 9 mesi, Francesco Ientile a 3 anni e 6 mesi, Fabio Ierace a 5 anni e 3 mesi, Diego Lamanna a 5 anni, Francesco Longo a 4 anni e 3 mesi, Cesare Longordo a 8 anni e 3 mesi, Giuseppe Napoli a 3 anni e 3 mesi, Antonio Raco a 4 anni e 9 mesi, Vincenzo Rao a 10 anni, Francesco David Sposato a 3 anni, Mariaconcetta Tibullo a 3 anni, Andrea Valerioti a 4 anni, Luigi Versace a 11 anni e 6 mesi, Antonio Zerbi a 5 anni. Sono stati invece assolti Antonio Cutano, Francesco Cutano, Luigi Cutano, Antonio Ierace, Domenico Longo, Vincenzo Longo, Ruggero Palermo, Agostino Alessandro Iarapoli, Rocco Longo, Vincenzo Politanò, Maria Pronestì.