Non c’è pace per l’Università Dante Alighieri. Si è consumato l’ennesimo tentativo di “colpo di mano” alla Dante nella speranza di trovare un salvatore, che in uno spirito di benevolenza scevra da interessi personali e calcoli politici, offra il suo aiuto disinteressato e diriga la navicella in porto. Il salvatore, questa volta, non è uno, sono due: il sindaco Giuseppe Falcomatà e il presidente della Camera di commercio Ninni Tramontana. Entrambi, con la scusa che la Dante sarebbe in crisi e che il processo di fusione con la Mediterranea si sarebbe arenato, hanno pensato di far riunire il Consorzio dell’Università per far transitare nel Cda della stessa Università una nuova associazione che si è data lo stesso nome del Comitato, oggi estinto, che aveva fondato la Dante insieme agli enti pubblici ancora oggi presenti in Consorzio, ma da anni non paganti. La nuova associazione è un soggetto ben diverso da quella realmente prevista da norme, statuti e regolamenti. Si tratta di un’associazione di promozione sociale costituita poco più di un mese fa e di cui nulla si conosce se non il nome, e cioè “Comitato Reggio Calabria della Società Dante Alighieri APS”, con l’intento di arrivare a nominare i membri del Cda dell’Ateneo entrando cosìnella governance dell’Università, non si sa con quale contributo economico, visto che nessuna informazione è stata fornita né agli Organi accademici e di governo dell’Ateneo, né ai professori né al personale amministrativo.