Non è un associato, ma un concorrente esterno all’associazione mafiosa. Per il giudice per le indagini preliminari Fortunato Bilardi è un imprenditore «che gode della protezione della famiglia Araniti». Una protezione che è datata nel tempo, da quando era tornato dal Canada nel 1959 e aveva ripreso la cittadinanza italiana. Da allora, una rapida scalata nel mondo dell’imprenditoria cittadina. «Divenne - scrivono gli inquirenti - un imprenditore di successo, attivo nel settore edile e dei rifiuti». La sua imprese, secondo quanto hanno dichiarato i pentiti ai magistrati della Dda hanno goduto di una posizione privilegiata, una sorta di corsia preferenziale assicurata dal presunto boss di Sambatello, Domenico Araniti. Bilardi risulta indagato a piede libero nell’operazione “Ducale”. Il gip, infatti, ha riqualificato il reato che gli viene contestato dalla Dda in concorso esterno e ha sottolineato «come allo stato non è dato sapere se egli, sebbene fruisca ancora della protezione mafiosa degli Araniti, fornisca all'attualità il contributo di cui hanno riferito i collaboratori di giustizia in relazione agli interessi imprenditoriali della famiglia Araniti, aspetto che, unitamente all'età avanzata, impone di non ritenere allo stato attuali dette esigenze cautelati».
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