L’ombra della ‘ndrangheta nel capoluogo piemontese, in particolare, nel suo ricco hinterland. Si è aggravata infatti la posizione di Francesco Ferrara, il 48enne, ex “re dei mercatini di Natale”, ritenuto dagli investigatori della Questura e dai magistrati antimafia piemontesi “vicino” ad autorevoli esponenti del crimine organizzato.
Dopo l’arresto, insieme con altre sette persone, scattato lunedì scorso per estorsione, lesioni e sequestro di persona, sul capo dell’imprenditore torinese originario di Rosta, a casa del quale è stata rinvenuta anche una pistola con la matricola abrasa, potrebbe piombare anche l’accusa di riciclaggio con l’aggravante mafiosa.
Un’ombra inquietante, questa, che potrebbe mettere ancora di più nei guai l’imprenditore torinese: la Procura ipotizza che alcuni soldi impiegati dal facoltoso indagato («soggetto dalla considerevole forza finanziaria ricoprente ruoli in diverse società nei più diversi settori economici e merceologici», ha scritto il gip Giorgia De Palma») in attività potrebbero rappresentare una specie di “fondo” della ‘ndrangheta o di personaggi ad essa collegati.
Fondatore a Torino della catena di food “Amsterdam Chips” oltre che re dei mercatini di Natale, Ferrara ha anche investito, in passato, in un noto locale dei Murazzi. E in un’intervista del 2019 rivendicava fatturati a sei zeri negando di essere un qualche tipo di boss: “Sono solo influente", precisò.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia