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La relazione della Dia: dai Piromalli a San Luca la “testa” del narcotraffico è a Gioia e in Aspromonte

Traffico di droga, armi, estorsioni, infiltrazione nel tessuto economico e nelle attività portuali. Ecco il quadro tracciato nella relazione Dia nei confronti delle cosche della Piana di Gioia Tauro. Al centro del panorama criminale nel mandamento tirrenico continuerebbero a stare i Piromalli, che confermano «la consolidata posizione egemonica… a cui si affianca la cosca Molè». L’operazione di riferimento nel periodo preso in esame, il primo trimestre del 2023, è “Hybris”, nella quale gli inquirenti segnalano un avvicinamento dei Molè ai Piromalli, dopo un lungo periodo di rottura dovuto all’uccisione di Rocco Molè avvenuta nel febbraio 2008.
“Faro” criminale nella parte ionica della provincia reggina, secondo gli inquirenti, continua a essere San Luca “la mamma” della ‘ndrangheta. Un’operatività, quella delle cosche della montagna, che è stata cristallizzata con la sentenza dell’11 febbraio 2023, a Reggio Calabria, nel corso del processo “Edera”. La Corte d’Appello ha emesso una sentenza di condanna a carico di 11 imputati, esponenti delle cosche dei Nirta “Scalzone”, Giorgi “Ciceri”, Barbaro “Castanu” e Pelle “Gambazza”, per un totale di oltre 130 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti.

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