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Reggio, la relazione della Dia: il dominio in città dei casati storici e la lotta serrata ai patrimoni illeciti

Sequestri e confische a presunti imprenditori collusi sono proseguiti a ritmo serrato anche nei primi sei mesi del 2023

Una città “inquinata” da una forte presenza della ‘ndrangheta, dominata dai casati storici che da decenni dettano legge nei diversi quartieri. La nuova relazione della Direzione investigativa antimafia, che riguarda il primo semestre 2023, descrive in modo molto dettagliato la mappa criminale di Reggio Calabria e l’intensificarsi della lotta di Dda e forze di polizia ai patrimoni illeciti delle cosche. Una via già tracciata da tempo, quest’ultima, ma che nel corso degli ultimi anni è diventata sempre più aggressiva, andando a “stanare” quegli imprenditori che secondo gli inquirenti sarebbero legati o anche solo protetti dai clan più potenti della città. Sequestri e confische di beni e aziende, quindi, si sono susseguiti a ritmo incessante anche nel primo semestre 2023.
«Sulla città di Reggio Calabria – scrivono gli investigatori della Dia nella relazione - si conferma la posizione di supremazia dei casati di ‘ndrangheta storicamente egemoni De Stefano, Condello, Libri e Tegano». E nella lotta senza quartiere ai presunti patrimoni illeciti, la relazione cita l’operazione del 2 febbraio 2023, data in cui «a Reggio Calabria, Milano, Messina, Bari ed in Florida (Stati Uniti) la Polizia ha dato esecuzione al decreto di sequestro beni a carico di due imprenditori attivi nel settore edile e dell’intermediazione immobiliare, i quali nel 2019 sono stati attinti da misura cautelare in carcere, nell’ambito del procedimento “Libro nero”, poiché ritenuti “imprenditori di riferimento” della cosca Libri...». Le successive indagini patrimoniali avrebbe consentito di dimostrare come... «sin dai primi anni ‘90, grazie all’appoggio della cosca Libri» avevano creato «fiorenti attività economiche che consentivano loro di acquisire il controllo di un’importante porzione dell’edilizia reggina e di proiettare i loro interessi, sia in Italia che negli Usa, oltre a quello edile, nel settore immobiliare, dell’editoria, della ristorazione, in quello assicurativo, dei giochi e delle scommesse on line». Grazie al sequestro sono finiti nella disponibilità dello Stato beni per un valore stimato di circa 45 milioni di euro.

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