Vincenzo Pasquino, ritenuto dagli inquirenti il rappresentante in Brasile di alcune famiglie di ’ndrangheta di San Luca, ha deciso di collaborare con la giustizia. Ed ha iniziato a raccontare ai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Reggio, in particolare all’aggiunto Giuseppe Lombardo e al sostituto Diego Capece Minutolo, i retroscena del traffico internazionale degli stupefacenti. I verbali di Pasquino, 34 anni, originario di Torino, sono stati depositati nei giorni scorsi all’udienza del processo “Eureka”, in corso davanti al gup distrettuale reggino a carico di circa 80 imputati, mentre altri 32 sono interessati al filone in ordinario che è iniziato davanti al Tribunale di Locri. Nel ribadire l’intenzione di collaborare con la magistratura Vincenzo Pasquino, che fu catturato in Brasile, nel maggio 2020, insieme a Rocco Morabito detto "Tamunga", mentre erano entrambi latitanti, ha ricostruito i propri rapporti con alcuni gruppi dediti al narcotraffico internazionale, raccontando di fatti dal 2015 in avanti, dapprima con personaggi di Platì, Africo e soprattutto San Luca, riferendo di riunioni e incontri avvenuti a Bovalino, a a Caulonia, nonché di summit riuniti in Brasile. Fatti e circostanze che forniscono un ampio e dettagliato riscontro in molteplici circostanze nelle indagini contenute nella maxi operazione Eureka, eseguite dai Carabinieri del Ros e di altri comandi provinciali e territoriali. Tra i dettagli raccontati da Pasquino ci sono i retroscena di un’importazione di alcuni quintali di cocaina sequestrati nel Porto di Gioia Tauro nel 2020, oggetto di contestazione nell’ordinanza del gip Caterina Catalano: «Nel 2020 omissis partiva da Brasilia (ove abitava) e veniva a trovarmi a Aracaju (dove io vivevo all’epoca), facendo scalo a Salvador, con destinazione Fortaleza. Queste precauzioni le aveva adottate perché io ero latitante. Lui venne a trovarmi perché avevano delle importazioni in corso, di cui una a Rotterdam. Una sera eravamo a cena io e omissis. Durante la cena avviammo una chat di gruppo io omissis. … In quella chat ci chiese se avevamo un’uscita per Gioia Tauro per 500 kg di cocaina omissis mi disse che forse potevano affidarci per l’uscita a dei calabresi aventi nickname omissis. A questo punto, stesso durante la cena, omissis mandò il booking via chat SkyEcc a omissis, i quali il giorno dopo ci dissero che avevano un amico che gestiva la logistica per prelevare il pellet con i camion dal porto di Gioia Tauro. A questo punto, nella chat di gruppo, abbiamo dato conferma a omissis che avevamo trovato l’uscita. Ci siamo quindi accordati per dividere i 500 kg al 50% tra noi e i brasiliani omissis. I 250 kg del nostro gruppo erano così suddivisi: 15 kg a me, 100 kg al gruppo omissis e 135 kg ai … omissis. I nostri 250 kg ci sono stati dati da omissis a credito, nel senso che li avrei pagati in seguito e che sarei stato io responsabile in caso di perdita del carico».