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Inchiesta "Ducale" a Reggio: tornano in libertà Daniel Barillà e Martina Giustra

Il tribunale ha revocato gli arresti domiciliari per mancanza delle esigenze cautelari. A carico dei due indagati è stato disposto l'obbligo di firma

Mancano le esigenze cautelari e ritrovano la libertà due indagati dell'operazione “Ducale”, il blitz della Procura antimafia di Reggio che lo scorso 11 giugno ha colpito la cosca di 'ndrangheta Araniti di Sambatello svelando anche gli intrecci tra la politica e la 'ndrangheta e le strategie di ricambiare il consenso elettorale per ottenere vantaggi in vari settori della pubblica amministrazione.

Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha revocato la misura degli arresti domiciliari che gravava su Daniel Barillà, difeso dall'avvocato Marco Gemelli, e Martina Giustra (nelle vesti di scrutatrice in un seggio elettorale), difesa dall'avvocato Giuseppe Nardo.

A carico dei due indagati è stato disposto l'obbligo di firma. Il Tdl (il collegio è stato presieduto dal dottore Francesco genovese) ha revocato anche l'obbligo di firma che era stato disposto nei confronti di una delle due scrutatrici indagate Caterina Iannò, difesa dagli avvocati Rosa Maria Messina e Antonio Cordova.

La posizione di Daniel Barillà è tra le più delicate. Giovane ed intraprendente esponente del Partito democratico di Reggio, nell'indagine “Ducale” è accusato anche di "aver raccolto voti in occasione delle consultazioni elettorali in favore dei candidati sostenuti dal sodalizio, stringendo patti elettorali politico mafiosi" ed è ritenuto una sorta di collettore dei voti per conto di più esponenti politici indagati nella medesima operazione: dal sindaco del Pd, Giuseppe Falcomatà, al consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giuseppe Neri e al capogruppo del Partito democratico a Palazzo San Giorgio Giuseppe Neri.

L’ipotesi di reato a carico di Falcomatà, Neri e Sera è scambio elettorale politico-mafioso. A carico di Neri e Sera, la Procura antimafia aveva chiesto la misura cautelare, non trovando accoglimento da parte del Gip. Rigetto della richiesta cautelare su cui l’Ufficio di Procura ha già anticipato che proporrà appello al Tribunale del riesame. Nessuna richiesta di misura, invece, per Falcomatà, che é quindi soltanto indagato. E la lista degli indagati dell'operazione “Ducale” si è allargata proprio nelle ultime ore con il coinvolgimento di altre politici reggini: l'ex senatore del centrodestra Giovanni Bilardi, l'assessore comunale di Reggio Domenico “Mimmetto” Battaglia del Partito democratico, e il consigliere comunale Mario Cardia, nell'attualità nel gruppo della Lega a Palazzo San Giorgio ma eletto nelle liste civiche a sostegno del sindaco uscente e confermato Giuseppe Falcomatà.

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