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Locri, la guardia medica a mezzo servizio e il pronto soccorso rischia d’ingolfarsi

Ancora disagi per la chiusura temporanea con accorpamento a Portigliola. Il consigliere Sorbara: «L’Asp garantisca l’assistenza territoriale»

Ancora una volta la postazione di guardia medica a Locri è stata chiusa e accorpata a quella del vicino comune di Portigliola. È quanto denuncia il consigliere comunale del gruppo di opposizione “Storia e Progresso per Locri” Eliseo Sorbara dopo la comunicazione formale da parte del direttore facente funzioni del distretto sanitario “Locride” Gabriella Eburnea, con la quale si è reso noto che «per carenza di medici» la postazione di Locri è stata chiusa la notte tra il 4 e il 5 luglio e la giornata di domenica 7 luglio dalle 8 alle 20, indirizzando i pazienti all’analoga postazione del comune di Portigliola.
Una scelta forzata, dunque, ma che, come spiega lo stesso Sorbara (medico di professione) «non soltanto priva i residenti e i turisti di un punto di riferimento in caso di malessere, ma finisce con il sovraccaricare il pronto soccorso dell’ospedale di Locri». Proprio il pronto soccorso dell’ospedale che, nei giorni scorsi, è tornato al centro delle cronache dopo la morte (in circostanze ancora tutte da chiarire) di un giovane di 34 anni. E se solo le risultanze dell’autopsia, eseguita a fine settimana, forniranno indicazioni chiare sulle cause del decesso del giovane (il terzo in pochi mesi) resta il problema del sovraccarico di pazienti al pronto soccorso di via Verga, che potrà essere alleggerito solo con una buona copertura dei servizi da parte della medicina territoriale.

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