Reggio

Domenica 24 Novembre 2024

Sanità, a Reggio riesplode il caso dei piani terapeutici

La sede dell'Asp di Reggio Calabria

Vengono sballottati da una parte all’altra, dimenticando, forse, che si tratta di pazienti bisognosi di cure e di particolare attenzione. Riemerge, così, il problema “piani terapeutici” in una “Calabria sanitaria” strana dove le promesse vengono presentate talmente bene che, a volte, qualcuno ci potrebbe credere. Già dal 2023 i pazienti, che per potersi curare avevano bisogno di un piano terapeutico, erano sul piede di guerra perché, di punto in bianco, ai medici convenzionati degli Ambulatori Specialistici Territoriali veniva “impedita” la compilazione dei piani. I pazienti venivano dirottati in ospedale per scontrarsi con lunghe code da impedire loro la possibilità di curarsi. Negli Ambulatori Specialistici Territoriali, invece, funzionava tutto bene. I pazienti venivano visitati e i piani consegnati prima della scadenza in modo tale da consentire una normale continuità della cura. Poiché tutto procedeva fin troppo bene si è pensato di modificare le regole con il con il DCA n. 36 del 2023. Con poco inchiostro viene chiarito che i medici specialisti degli Ambulatoriali Specialistici Territoriali non possono più prescrivere i piani terapeutici. Per farlo bisogna essere dipendenti degli stessi e non convenzionati. Uno schiaffo al 98% degli specialisti perché negli Ambulatori Territoriali sono quasi tutti convenzionati. Un modo assurdo per affermare che la capacità di compilare un piano terapeutico dipende non dalle competenze ma dal tipo di rapporto di lavoro. Il danno procurato ai pazienti è grande perché senza piano terapeutico non si possono ritirare i farmaci nella farmacia dell’Asp. Si tratta di farmaci capaci di risolvere alcune patologie importanti. Dopo diverse proteste dei pazienti e dopo i ripetuti appelli del Garante per la Salute Anna Maria Stanganelli, finalmente la Regione pubblica il nuovo DCA n. 66 che apre le porte alla dermatologia (poi si scopre solo in parte) mentre chiude quelle della reumatologia, medicina interna, cardiologia, neurologia, nefrologia… Per loro tutto si sarebbe risolto più avanti. Un avanti che non ha termine, considerato che a oggi chi ha bisogno di albumina, eritropoietina, ranolazina, rasagilina e molto altro deve recarsi in ospedale farsi visitare entro una scadenza diventa complicato senza sapere neppure in quale ospedale della Calabria si è costretti ad andare.

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