Ennesima emergenza dalle carceri reggine. Dal 17 luglio - come comunica agli organi di informazione il delegato nazionale dell’associazione Polizia penitenziaria, Luigi Barbera - gli agenti della Polizia penitenziaria si astengono dall’utilizzo del servizio della mensa obbligatoria di servizio. Sul piede di guerra il sindacato di Polizia penitenziaria: «Sono ormai diventate insostenibili le condizioni lavorative in cui si trova ad operare il personale della Polizia Penitenziaria. Si vuole esporre la gravissima carenza di organico, le continue aggressioni da parte dei detenuti facinorosi, la seria difficoltà del sovraffollamento e la gestione dei detenuti con patologia psichiatrica, la carenza gestionale dell’area sanitaria legata alla carenza di personale sanitario, sia per i medici di guardia, quello infermieristico, per ultimo ma non meno importanti le figura dei medici specializzati, specie nel campo psichiatrico».
Enormi i carichi di lavoro per gli agenti della Penitenziaria degli istituti “Panzera” ed Arghillà”: «Poliziotti Penitenziari per garantire l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto, sono costretti ad andare sovente oltre l’orario stabilito, che di sé e già oltre il dovuto, 8 ore, ma sui ritrova a turni lunghissimi anche fino a 16 ore, con un carico psicofisico che mette a repentaglio il servizio stesso. Per non parlare delle gravi condizioni delle postazioni di servizio, la dove si parla spesso e molto volentieri di benessere del personale, ma niente si fa per migliorarne i luoghi. Alla base vi sono strumentazioni obsolete che non funziona da tempi immemore, segnalati più e più volte e, con le condizioni climatiche ultime non vi è la possibilità di poter alleviare l’eccessiva calura, per così dire, riprendere fiato durante il turno di servizio. Alla fine il benessere del personale passa anche da queste piccole cose, le promesse non mantenute vanno a braccetto con i numeri, ma le persone vengono prima di questi ultimi».
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