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Palmi, sospette infiltrazioni della cosca Piromalli all'Asp: 6 assolti e 6 condannati

Processo Chirone, caduta l’accusa di associazione mafiosa. Il collegio ha assolto da tutte le accuse il principale imputato, Girolamo Giuseppe Fabiano Tripodi, l’imprenditore per il quale la Dda aveva chiesto 16 anni di carcere.

Sei condanne e sei assoluzioni: è questa la conclusione cui sono giunti i giudici del Tribunale di Palmi a conclusione del processo scaturito dall’operazione "Chirone" che nel 2021 aveva portato all’arresto di 13 persone e al sospetto che la cosca Piromalli di Gioia Tauro avesse infiltrato l’Azienda sanitaria provinciale.

I giudici hanno anche fatto cadere l’accusa di associazione mafiosa. Il collegio ha assolto da tutte le accuse il principale imputato, Girolamo Giuseppe Fabiano Tripodi, l’imprenditore per il quale la Dda aveva chiesto 16 anni di carcere. Era accusato di associazione mafiosa e, secondo i pm, sarebbe stato la figura di riferimento degli assetti societari operanti nel settore sanitario del laboratorio Minerva, di Mct Distribution; Service srl e Lewis medical srl. Società che secondo l’accusa, non riscontrata dal Tribunale, essendo aggiudicatrici di appalti di fornitura all’Asp di Reggio Calabria, avrebbero fatto da "schermo" alla cosca consentendole di ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali negli ospedali di Gioia Tauro, Polistena, Locri e nell’Azienda ospedaliera del capoluogo. Una tesi che è stata contestata dagli avvocati di Tripodi e che non ha retto in Tribunale.

Accusati sempre di associazione mafiosa, sono stati assolti anche Giancarlo Arcieri, Martino Taverna e Antonino Cernuto. Sono cadute, infine, le accuse pure per il direttore delle farmacie dell’Asp Giuseppe Fiumanò e per la funzionaria dell’Azienda sanitaria provinciale Francesca Grazia Laface. Il primo è stato assolto dal reato di concorso esterno con la 'ndrangheta, mentre la seconda dall’accusa di corruzione. Sono stati condannati per i reati fine, invece, gli imputati Antonino Madaffari (4 anni di carcere), Franco Madaffari (2 anni e 6 mesi), Mario Vincenzo Riefolo (2 anni e 6 mesi), Federico Riefolo (3 anni e 6 mesi), Pasquale Mamone (3 anni e 6 mesi), Giuseppe Cernuto (3 anni). Per tutti, il Tribunale di Palmi ha escluso l’aggravante mafiosa di aver agevolato la cosca Piromalli.

La nota dei legali di Giancarlo Arcieri

Assolto perchè il fatto non sussiste. Questa la decisione del Tribunale collegiale di Palmi (presidente Bandiera, a latere Manfredonia e Iazzetti) nei confronti del lametino Giancarlo Arcieri (difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere), che ha assolto l'imprenditore da tutti i capi di imputazione, in particolare dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa alla cosca Piromalli, di aver fatto parte di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione, di essersi prestato alla intestazione fittizia di appalti per favorire delle ditte vicine alla cosca Piromalli.
È stato inoltre disposto il dissequestro della società Lewis Medica di Arcieri e delle quote societarie della stessa ditta. Arcieri venne sottoposto alla misura degli arresti domiciliari nel marzo del 2021 su ordinanza del Gip Distrettuale di Reggio Calabria, misura che venne mantenuta nei suoi confronti per oltre un anno. «Si chiude felicemente per Arcieri una vicenda processuale - ha detto l’avvocato Canzoniere - rispetto alla quale egli sin dall’interrogatorio di garanzia proclamò la sua più totale estraneità, allegando documentazione che attestava l’esatto contrario di quanto sostenuto dalla pubblica accusa e contestando ogni aspetto delle, infondate, accuse che gli venivano mosse». Oggi l'assoluzione perchè il fatto non sussiste.

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