«L’associazione ha presentato a rimborso alla Provincia di Reggio Calabria ed alla Regione Calabria fatture e ricevute attestanti pagamenti non ancora effettuati (effettuati solo dopo l’erogazione delle somme, e talora solo in parte erogati) e per controprestazioni talora non eseguite». Non ha dubbi la Corte dei Conti, secondo cui «tale condotta risulta indubbiamente antigiuridica, per violazione dei doveri di buona fede che incombono al soggetto beneficiario di pubbliche contribuzioni in sede di richiesta di rimborsi concessi per l’attuazione di un programma pubblicistico». Ed è su questo presupposto che i giudici della sezione giurisdizionale per la Calabria hanno condannato per danno erariale l’associazione “Antigone – Osservatorio sulla ’ndrangheta”, chiamata in giudizio nelle vesti di soggetto giuridico gestore del Museo della ’ndrangheta in un villa confiscata a Croce Valanidi e promotore di altri progetti come “A mani libere”, “La Ferita”, "Osservatorio permanente sulle misure di prevenzione” e “Criminal Economies”.
Nello specifico, in parziale accoglimento della domanda della Procura regionale, i giudici contabili hanno disposto a carico di “Antigone” il risarcimento della somma complessiva di 386.216,14 euro, di cui 301.291,39 a beneficio della ex Provincia (oggi Città metropolitana) di Reggio e 84.924,74 a favore della Regione.
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