La Procura di Locri ha chiuso le indagini preliminari relative alla «concessione di contributi per la realizzazione di azioni di sostegno economico in favore di piccole e micro imprese anche al fine di contenere l’impatto dell’epidemia da Covid 19 - annualità 2020 di cui all’avviso pubblico n.7374 del 23 dicembre 2021” del Comune di Palizzi. L’indagine vede coinvolte 13 persone accusate a vario titolo e con modalità differenti di reati che vanno dalla falsità ideologica in atto pubblico, posta in essere dal pubblico ufficiale o dal privato, all’indebita percezione di erogazioni pubbliche. L’inchiesta, coordinata dal sostituto di Locri, Marzia Currao, scaturisce da un’indagine che si è sviluppata a seguito di un approfondimento investigativo eseguito dai carabinieri che hanno proceduto alla verifica delle procedure eseguite nell’assegnare i contributi economici di cui al bando del comune di Palizzi. Nel dettaglio la Procura di Locri, guidata dal dott. Giuseppe Casciaro, contesta all’indagato Pietro Larizza, che «in qualità di pubblico ufficiale, ossia di responsabile dell’area amministrativa-finanziaria, per l’istruttoria e la liquidazione delle somme inerenti all’annualità 2021 del fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali» avrebbe «con più azioni consecutive del medesimo disegno criminoso, consistito nell’assegnare i contributi economici con procedura ad evidenza pubblica, preferendo alcuni soggetti ad altri, pur in assenza delle condizioni di ammissibilità, di cui all’art. 5 dell’avviso 7374 del 23 dicembre 2021, e pur in presenza delle condizioni di incompatibilità, di cui alla determinazione del 12 maggio 2022 - servizio n. 30 e reg. gen. n. 94». Il sostituto Marzia Currao ipotizza altresì che Larizza abbia «inserito nella graduatoria soggetti aventi diritto, nonostante fossero privi dei requisiti richiesti per l’ottenimento del servizio», e che «alla data del 28 febbraio 2022 fossero pervenute 24 domande per il contributo, invece delle 28 effettivamente in atti; di aver proceduto alla redazione della determina in assenza di situazioni di interesse coi soggetti interessati al provvedimento, pur in presenza di legami tali da incidere negativamente sull’imparzialità della procedura». «Nello specifico Pietro Larizza – si legge nell’avviso – indicava tra i vincitori, liquidando loro somme di cui al citato avviso pubblico: Pietro D’Aguì, cl. ‘81, fratello del vicesindaco di Palizzi Stefano D’Aguì - (che non risulta indagato, ndc) - componente della Giunta comunale che individuava lo stesso Larizza quale rup per l’attività relativa all’avviso pubblico n. 7374 del 23 dicembre 2021; Marietta Misiano, moglie del vice sindaco Stefano D’Aguì; Paolo Sebastiano Ligato, cognato di suo figlio e Pietro D’Aguì, cl. ‘74, cugino del vicesindaco D’Aguì». In questo contesto la Procura di piazza Fortugno ipotizza a carico degli indagati: Giovanni Cartisano, Annunziato Caserta, Antonio Crupi, Paolo Sebastiano Ligato, Marietta Misiano, Franco Palumbo, Pietro D’Aguì, cl. ‘74, Pietro D’Aguì, cl. ‘81, e Sebastiano Profazio il reato di “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”, in quanto, al fine di ottenere una somma di denaro, avrebbero dichiarato:«il falso indicando di possedere i requisiti di ammissibilità». Infine la Procura contesta il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche nei confronti di Francesco Lucianò, Francesco Spinella e Vincenzo Vacalebri. Come da prassi i 13 indagati, entro 20 giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione dell’indagine preliminare, tramite i rispettivi avvocati, possono presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa ad investigazioni del difensore, chiedere al pubblico ministero di compiere atti di indagine nonché di presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio.