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Arghillà in cerca di risposte, i cittadini reggini scendono in piazza

Rifiuti, incendi, fumi tossici: la protesta si sposta davanti al Municipio. D’Aguì: «Ci sentiamo figli di nessuno, è l’ora che ci rispondano». Nel mirino l’amministrazione comunale, chiesto incontro al prefetto

Si dicono loro stessi “figli di nessuno”, protestano per l’abbandono del loro quartiere e per la mancanza di risposte. «Emblematica – dicono – è l’assenza qui del sindaco». Sono i rappresentanti del gruppo civico “Noi siamo Arghillà – La Rinascita”, radunati in piazza Italia per denunciare «l’emergenza sanitaria critica che affligge il quartiere». La situazione è definita «insostenibile», tra «rifiuti tossici accumulati, auto bruciate e fumi neri che avvelenano l’aria, accompagnati dalla presenza allarmante di amianto». E tutto ciò «avviene in un silenzio assoluto da parte delle istituzioni, complici passive di un’inevitabile crisi che sta causando malattie e morti tra i residenti».
Durante la manifestazione sono stati esposti striscioni e cartelli che denunciavano le gravi malattie causate dall’esposizione a sostanze tossiche, tra cui tumori, carcinomi polmonari e asbestosi. Alcuni residenti hanno anche mostrato i referti medici, evidenziando quella che definiscono «l’allarmante incidenza di queste patologie nella zona».
A rappresentare il comitato è la presidente, Patrizia D’Aguì, in prima linea nella protesta. «Dopo quasi un anno dalla nostra prima manifestazione – spiega – siamo qui per rivendicare i nostri diritti. Siamo stanchi, disperati e delusi dal fatto che, malgrado tutte le segnalazioni, il Comune non abbia ancora preso iniziative concrete. Quando siamo stati circondati dai fumi tossici e abbiamo denunciato in diretta uno dei numerosi incendi di rifiuti che si verificano nel nostro quartiere, il nostro sindaco Giuseppe Falcomatà si trovava a un concerto di Achille Lauro, mentre il Comune non ha nemmeno un piano per affrontare questa emergenza».

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