La Procura antimafia di Reggio Calabria ha formalizzato il ricorso al Tribunale del riesame "in riforma dell'ordinanza emessa dal Gip Vincenzo Quaranta il 3 giugno 2024" ed ha chiesto l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due politici al centro dell'indagine "Ducale" e di altri 7 indagati. Il ricorso, a firma del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dei procuratori aggiunti Walter Ignazitto e Stefano Musolino e del pm Salvatore Rossello, riguarda Giuseppe Neri e Giuseppe Sera, rispettivamente - all'epoca dei fatti - capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale della Calabria e capogruppo del Partito democratico al Comune di Reggio. Entrambi sono indagati a piede libero e la Dda reggina già allo stesso Gip aveva chiesto l'arresto, non ottenendolo. Richiesto l'arresto anche per Daniel Barillà, il giovane ed intraprendente esponente del PD di Sambatello che era per gli inquirenti un "collettore di voti" per candidati di sinistra e destra, e sostenitore della campagna elettorale del sindaco Giuseppe Falcomata (indagato anche lui in "Ducale" senza alcuna richiesta di misura da parte dei Pubblici ministeri). Daniel Barillà inizialmente colpito da misura degli arresti domiciliari è adesso gravato solo dall'obbligo di firma come stabilito dai Giudici del riesame. Il ricorso della Procura riguarda anche Domenico Araniti "il duca" (già in carcere per "Ducale") ritenuto ai vertici della cosca di 'ndrangheta Araniti di Sambatello, limitatamente a due ulteriori imputazioni; Ignazio Borruto, Paolo Pietro Catalano, Franco Gattuso, Sergio Rugolino e la scrutatrice Martina Giustra "previo riconoscimento dell'aggravante mafiosa" e inerente le votazioni al seggio elettorale "88" di Reggio per le Regionali del 26 gennaio 2020 e delle Comunali del 20 e 21 settembre 2020.
Operazione "Ducale", la procura di Reggio chiede la custodia cautelare per Neri, Sera e Barillà
I primi due sono indagati a piede libero e la Dda reggina già allo stesso Gip aveva chiesto l'arresto, non ottenendolo. Il terzo è adesso gravato solo dall'obbligo di firma
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