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Reggio, pozzo in avaria: l’emergenza idrica arriva anche nelle zone collinari

Ancora un imprevisto nell’annus horribilis degli approvvigionamenti di acqua. Servono le maxi autobotti di Sorical per ristorare i quartieri di Mosorrofa, Cataforio e San Salvatore. Migliora sensibilmente la situazione nell’area sud

Un’altra area in ginocchio. A causa dell’avaria di un pozzo l’emergenza idrica arriva a Mosorrofa, Cataforio, San Salvatore. Un’altra grana da risolvere per Sorical, la società idrica calabrese che si trova a dover gestire la stagione più difficile degli ultimi lustri. Per superare questo ennesimo imprevisto Sorical ha disposto l’approvvigionamento idrico attraverso le maxi autobotti dalla portata di 35 metri cubi di acqua. Liquido ribadiscono dalla società che potrà essere utilizzato solo per scopi igienici, quindi non potabili, come dovrebbe confermare l’ordinanza sindacale che si attende in queste ore. Operazione messa in campo per superare le difficoltà nelle more dei lavori che dovrebbero ripristinare il guasto. Almeno questa è la speranza.

Perchè nella stagione più “secca” degli ultimi decenni molti dei pozzi hanno smesso di fornire il prezioso liquido. Diverse tra le circa ottanta strutture idrauliche disseminate su tutto il territorio hanno smesso di garantire il loro apporto. E questo conferma come il fenomeno non sia “solo” di una stagione. Nel tempo si è registrata una lenta e costante diminuzione delle riserve idriche. Il Tuccio una delle sorgenti che per anni ha garantito l’approvvigionamento dell’area sud ha ridotto la sua portata del 70% e questo ha generato i disservizi che in queste settimane hanno fatto soffrire tutti i quartieri della periferia. Situazione nei quartieri di Bocale e Pellaro è sensibilmente migliorata. È stato attivato il secondo pozzo a Macellari che è andato ad alimentare il serbatoio Pellaro e Nocille e, con la costruzione di 70 metri di by pass, anche Bocale. Inoltre, attraverso indagini idrogeologiche, micro perforazioni e prove sismiche a riflessione, è stata studiata la subalvea del Tuccio in modo da investigare le potenziali aree con presenza (anche lieve) di acqua in circolazione sotterranea.

 

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