Reggio

Giovedì 21 Novembre 2024

Assistenza domiciliare a Locri, quando il diritto è a metà

Simona Coluccio, presidente dell’associazione “Comma 3”, istituita per tutelare le persone affette da disabilità, non si arrende. Del resto, nei decenni vissuti da madre di una ragazza affetta da una malattia fortemente invalidante, ha potuto sviluppare una forza d’animo fuori dal comune. E dopo aver girato gli ospedali di tutta Italia per lunghi ed estenuanti ricoveri, oggi lotta per garantire alla giovane quei servizi di assistenza domiciliare che le sono dovuti. Sono ancora nella mente e nel cuore di molti italiani le immagini diffuse dal programma Tv di Mediaset “Fuori dal coro”, andato in onda all’inizio del maggio scorso, quando insieme all’inviata della trasmissione, bussò alla porta della direzione del distretto sanitario ionico per mostrare l’evidenza della sua situazione, in cui ciò che veniva riportato nella certificazione all’esame della struttura non esprimeva appieno la gravità della situazione della paziente, traducendosi in un ridimensionamento dei servizi. Assistita dal presidente dell’associazione “Tribunale dei Diritti del Malato e del Cittadino” - sezione Locride, Pino Mammoliti, per avere ciò che spetta a sua figlia, oggi Simona Coluccio combatte su più fronti e ha deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Regione Roberto Occhiuto, nella sua veste di commissario straordinario di governo per la Sanità della Regione Calabria. «Dopo anni di lotte – ha scritto Simona Coluccio – per avere la giusta assistenza, oggi mia figlia si ritrova senza (o quasi)» i dovuti servizi, spiegando che «solo un anno fa è stato dimezzato il piano di mia figlia senza motivazione in quanto la sua situazione non era cambiata, passando da un piano Adir a un piano Adi».

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