Matteo Salvini, ironizzando sui “venti minuti” di Eliy Schlein a bordo di una delle navi della flotta dei Franza (la segretaria del Pd fece una diretta, per dimostrare, a suo modo, che i collegamenti nello Stretto sono a posto e non c’è bisogno di alcun Ponte...), posta sulla sua pagina social, da giorni, le immagini delle lunghe code dell’esodo e del controesodo, tra Villa San Giovanni e Messina. La sindaca del Comune calabrese, Giusy Caminiti, risponde a muso duro al ministro dei Trasporti, definendo quella del vicepremer «banale propaganda», perché le ragioni del collegamento stabile dovrebbero essere ben più consistenti rispetto al fatto di evitare le file di un giorno agli imbarcaderi. Salvini, in verità, ripete da mesi che le questioni del Ponte sono molto più ampie e le sintetizza in alcuni punti. 1) «Il Ponte è innanzitutto un’opera di assoluta rilevanza strategica, ferroviaria e viaria, nell’ambito del Corridoio transeuropeo “Scandinavia-Mediterraneo”». 2) «Il Ponte darà una spinta decisiva all’import-export delle ditte siciliane, che potranno utilizzare il collegamento ferroviario, connesso all’Alta velocità-capacità». 3) «Il Ponte spezzerà l’isolamento della Sicilia. Nella Costituzione italiana è stato riconosciuto lo “stato di insularità”, che pesa ogni anno 6-7 miliardi di euro in danno ai siciliani». 4) «Il Ponte servirà a evitare la congestione del traffico di attraversamento, pesante e leggero, che tiene sotto scacco, da decenni, sia Messina sia Villa San Giovanni, città letteralmente asservite ai Tir e alle auto».