Sono partiti in 226, sono rimasti in 25. Non è l’esito di una prova di selezione di un concorso, ma la situazione del processo nato dall’inchiesta denominata “Indurance”. Il procedimento, coordinato dalla procura di Palmi, è partito già fortemente ridimensionato. Una sentenza appena iniziato il dibattimento, infatti, prendeva atto che la maggior parte delle accuse contestate erano già prescritte. Lo stesso tribunale, quindi, aveva stralciato la posizione dei 25 imputati ai quali viene contestata il reato associativo. Da allora, e sono passati quattro anni, il processo “galleggia” in dibattimento, passando da un collegio all’altro pare senza soluzione di continuità. E il cambio dei giudici del collegio ha comportato il legittimo diniego al rinnovamento degli atti da parte delle difese e il ritorno al punto di partenza.
L’operazione “Insurance” è scattata all’alba del 10 giugno 2016, tra le province di Reggio Calabria e Cosenza e riassume gli esiti di una complessa indagine svolta dagli investigatori del commissariato di polizia di Cittanova e della squadra mobile di Reggio Calabria, coordinata dalla procura di Palmi. Nell’inchiesta si è arrivati a ipotizzare l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla perpetrazione di truffe ai danni delle compagnie assicurative, a seguito della quale sono state deferite all’autorità giudiziaria 226 persone. Correva l’anno 2016 e dopo un anno la procura di Palmi aveva chiuso le indagini inviando gli atti all’ufficio gip per la fissazione dell’udienza preliminare. Passarono, però, 2 anni prima che la prima udienza venisse fissata e solo il 26 giugno 2019 gli imputati venivano rinviati a giudizio. Dopo sei mesi, nel gennaio 2020, il processo approdò in dibattimento. Il primo presidente del collegio che si occupò della vicenda è il giudice Gianfranco Grillone.
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