Il problema quest’anno non è legato ai conferimenti, ma al servizio di raccolta. Il sistema procede lungo il sottile filo dell’emergenza. A distanza di qualche mese dall’insediamento (era aprile) della società Ecologia Oggi, i servizi di igiene non decollano e così le microdiscariche tornano anche in pieno centro. I rifiuti mostrano ai turisti il volto di una città che non riesce ad organizzarsi. Il tutto mentre la vertenza con le parti sociali sembra essere arrivata ad un punto di non ritorno. La forza lavoro non basta. Anche se la società pare aver “reclutato” a tempo determinato (utilizzando un contratto multiservizi invece di quello di categoria) una decina di nuovi operatori il servizio non decolla. Anche la scelta unilaterale di revocare le ferie ai lavoratori per garantire efficienza al sistema non si traduce in risultati migliori, soprattutto in un momento in cui aumentano le presenze e quindi anche la produzione di rifiuti. Si naviga a vista, questa è percezione che si avverte in riva allo Stretto. Ci si prepara allo sciopero, che appare quasi inevitabile visto che anche il secondo tentativo di conciliazione si è chiuso con esito negativo, mentre a grandi passi si avvicina anche l’altro appuntamento cruciale: il nuovo piano di raccolta che dovrebbe partire entro sei mesi dall’insediamento. Un passo cruciale atteso e rinviato da anni, ma determinante visto che il nuovo piano rifiuti approvato dalla Regione guarda all’ambizioso traguardo di zero conferimenti in discarica. Il tutto entro il 2030. Una sfida che per Reggio sembra davvero lontana.