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Rosarno, il clan Bellocco attende la sentenza dopo le pesanti richieste del pm

Poco più di 20 giorni per arrivare alla sentenza di primo grado. L’11 settembre prossimo, gli imputati (la stragrande maggioranza) coinvolti nell’operazione “Blu notte” e processati con il rito abbreviato, saranno giudicati dal gup distrettuale di Reggio Calabria. Una sentenza che giunge subito dopo la pausa estiva e preceduta dalle pesantissime richieste di condanna formulate dalla procura antimafia di Reggio Calabria.
Alla sbarra il gotha della potente cosca Bellocco di Rosarno, tra i quali spicca il presunto boss del clan Umberto Bellocco classe ‘83, considerato dalla Dda reggina il reggente del casato di ‘ndrangheta di Rosarno.
Il pm ha chiesto per il “chiacchera”, così è chiamato Umberto Bellocco, 20 anni di reclusione. La stessa invocata, per esempio, anche per suo cognato Francesco Benito Palaia e Rocco Stilo.
Tutti gli imputati rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
La maxioperazione “Blu notte”, scattata nel dicembre 13 dicembre 2022 è stata eseguita dai Carabineri del comando provinciale di Reggio Calabria. Un’operazione importante, cristallizzata anche nei numeri dei coinvolti: 47 persone finire in carcere, 15 agli arresti domiciliari e 2 obblighi di dimora. Tra quei nomi anche diverse donne, alcune delle quali colpite dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, come Emanuela Bellocco, sorella di Umberto classe ‘83.

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