Prima udienza di rientro dalle ferie del processo Martingala. Una seduta, fissata per il 24 settembre nell’aula bunker di Reggio Calabria, che avrà come punto saliente il controinterrogatorio di due collaboratori, già chiamati a testimoniare in dibattimento dai pubblici ministeri Stefano Musolino e Walter Ignazzitto. Mario Chindemi e Maurizio De Carlo, entrambi ex appartenenti alle ‘ndrine di Gallico prima del loro percorso di collaborazione, risponderanno alle domande dei legali dell’imputato Antonino Mordà, gli avvocati Guido Contestabile, Francesco Giovinazzo e Filomena Saccà. I due pentiti saranno sentiti sulla lotta per il predominio delle cosche su Gallico. Uno scontro armato che è stato già di diversi procedimenti - come “De Bello Gallico”, “Epicentro” e Gallicò” -, e anche sui rapporti tra i clan Araniti e Condello. Famiglie, queste, coinvolte anche nell’ultima operazione coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, vale a dire “Ducale”. In queste dinamiche criminali, i due pentiti fanno rientrare anche una serie di estorsioni e danneggiamenti succeduti negli anni a Gallico. Mario Chindemi, in particolare, è fratello di Pasquale Chindemi, uomo di punta delle cosche di Gallico ucciso nella faida per il predominio del quartiere della periferia nord di Reggio Calabria. Dal punto di vista difensivo, il controesame più rilevante dovrebbe essere proprio quello di Chindemi. Il collaboratore, infatti, nei suoi verbali e in aula ha ampiamente parlato di Mordà, come di un elemento vicino alla ‘ndrangheta, uomo che sarebbe vicino alle famiglie Condello e Araniti e che grazie alla sua mediazione i due clan avrebbero acquisito il controllo di almeno una parte di Gallico. Non solo, il collaboratore avrebbe detto di aver assistito ad alcune riunioni alle quali avrebbe partecipato anche Mordà.