I fitti passivi, il fiato della Corte dei Conti sull’Azienda sanitaria provinciale e il diritto alla salute dei cittadini. Un’equazione difficile da risolvere che vede vacillare la permanenza dei presidi ambulatoriali dell’Asp sul territorio. Una partita da risolvere insieme. È questo il primo risultato dell’incontro chiesto dal Pd e dalla sua rappresentanza al Comune e dal tessuto associazionistico alla direttrice generale dell’Asp Lucia Di Furia. Un vertice che ha portato delle rassicurazioni, ma nel breve periodo, che si è concluso con l’impegno di “far lavorare” gli uffici tecnici dei due enti per trovare sedi adeguate. Una sorta di tavolo interistituzionale che si riconvocherà entro la fine del mese di settembre. Un dibattito che si è trascinato per oltre due ore alla fine del quale la direttrice Di Furia considera: «Siamo aperti a qualunque soluzione nell’ambito di un gioco di squadra». Nell’immediato rassicura «procediamo con dei contratti ponte per temporeggiare e individuare soluzioni». E così per ora la sede di Gallico è salva, ma la voce dei fitti passivi nel bilancio dell’Asp è alta, troppo. E nell’elenco dei presidi in cui occorre ridurre le spese c’è anche la struttura di via Padova, il polo sanitario sud.