Ennesima aggressione al personale ospedaliero, stavolta al Gom di Reggio Calabria, da parte di un 61enne che si è scagliato contro medici e infermieri. Secondo quanto si è appreso, doveva eseguire alcuni controlli nel reparto di Angiologia ma, a causa dei numerosi accessi di pazienti, i sanitari del reparto erano in ritardo sugli orari programmati. L'uomo ha anche danneggiato una porta della struttura. Tutto è terminato con l’intervento dei Carabinieri, anch’essi aggrediti dal soggetto successivamente identificato e arrestato con l’accusa di aggressione, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
“Non mi esprimo sui motivi in quanto a nessuno è concesso di aggredire per alcun motivo, né futile né serio, altre persone. Chiunque pone in essere tali comportamenti è al di fuori della società civile e non esistono giustificazioni di alcun tipo. Evito il solito comunicato solidale, lacrimevole, sdegnato e velleitario che, ormai, tutti abbiamo nel cassetto in pre-stampato e pronto per l’uso. Mi sembrerebbe un’ulteriore offesa a tutti coloro che sono stati aggrediti e a quanti lo saranno ancora. Evidenzio che le ripetute aggressioni fanno venir meno la serenità lavorativa e, con essa, l’espressione della migliore capacità professionale. Inoltre, senza voler drammatizzare, sono purtroppo convinto che esista un serio rischio che, prima o poi, ci scappi il morto”, scrive in una nota commissario straordinario del Gom, Gianluigi Scaffidi.
Che poi aggiunge: “Non intendo accodarmi al rito di quanti ripeteranno le solite cose senza che nulla cambi né, soprattutto, al solito auspicio per una maggiore tutela degli operatori sanitari in quanto occorrerebbe una militarizzazione degli ospedali, non solo calabresi, cosa francamente impossibile”. L'orizzonte è molto più ampio: “Mi rivolgo ai rappresentanti istituzionali di ogni parte politica - è l’appello di Scaffidi - affinché lavorino celermente ad una decretazione legislativa d’urgenza che, ancorché di scarso impatto sul versante della prevenzione, possa consentire ampia efficacia per irrogare pene certe, immediate e severe, essendo gli aggressori sempre identificati, che costituiscono il migliore metodo preventivo possibile. Faccio appello all’Ordine professionale dei medici, degli infermieri, dei tecnici e di tutte le figure che prestano servizio in ospedale affinché si uniscano, anche attraverso le rappresentanze nazionali, a questa richiesta che ormai non può più essere ignorata se riteniamo di vivere in una società civile. Altrimenti domani… ci ritroveremo punto e d’accapo”.
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