La gente onesta di Gioia Tauro, tanta quella presente all’iniziativa di solidarietà organizzata dalla garante regionale della salute Anna Maria Stanganelli in collaborazione con l’associazione “La tazzina della legalità”, presieduta da Sergio Gaglianese, chiede verità e giustizia rispetto allo spregiudicato attentato incendiario che, nella notte tra il 2 e il 3 agosto scorsi, ha provocato l’esplosione del camper parcheggiato all’interno dell’abitazione in via Toscanini dei coniugi Maiolo-Gaglianò, ex direttore di banca lui, educatrice di intere generazioni di bambini lei, la maestra Cecilia, entrambi in pensione, salvati dalla coltre di fumo nero e delle fiamme che hanno avvolto anche la loro casa solo grazie all’intervento di alcuni passanti. «Siamo qui per un momento di riflessione profonda, nella consapevolezza che dovrà nascere e maturare una coscienza collettiva che non può essere di odio che genera odio», ha evidenziato Stanganelli delegata a portare i saluti del presidente Filippo Mancuso e dell’intero Consiglio regionale. Presenti all’evento rappresentanti del mondo della scuola, della chiesa, delle organizzazioni sindacali, dell’associazionismo, del volontariato: Croce Rossa e Associazione nazionale Carabinieri tra tutti. L’abbraccio simbolico alle vittime si è manifestato anche attraverso i volti di Nicola Catanese, caposcorta del giudice Borsellino; di Mimmo Scordino, staffetta al dispositivo di scorta di Falcone; di Piera Aiello, prima testimone di giustizia in Italia; di Matteo Tubertini, imprenditore sotto scorta titolare della “Guglielmo Caffè”; del testimone di giustizia Raffaele Fazio. Tutti sono intervenuti per manifestare vicinanza a una famiglia perbene, affinché, al di là dei colori politici, su un’azione così violenta non si spengano i riflettori e simili gesti non abbiano più a ripetersi, chiedendo con forza un segno tangibile delle autorità e istituzioni competenti che si faccia memoria e impegno e che possa attraverso atti concreti fare di questa via la “strada della legalità”. Altrettanto accorata la riflessione di Gaglianese: «Non si può demandare alla sola magistratura e alle forze dell’ordine la lotta alla criminalità, che deve essere sconfitta da una rivoluzione sociale, dalla politica, dall’associazionismo. La ’ndrangheta occupa gli spazi lasciati liberi dalla società civile ma noi dobbiamo riappropriarcene con concretezza, giorno dopo giorno».