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Gioia Tauro, “sparite” le chiavi dei beni confiscati

Iniziata la corsa a Palazzo Sant'Ippolito

Beni confiscati alla ’ndrangheta e assegnati al Comune? Disponibili ma… senza chiavi in mano. Si gioca a nascondino tra i meandri di Palazzo Sant’Ippolito dove tra sindaco uscente, uffici comunali e Polizia locale non si è riusciti ancora a far saltare fuori il mazzo di chiavi di tutti gli immobili sottratti alla criminalità organizzata per potervi accedere e usufruirne secondo esigenze. Tanto che la neo sindaca Simona Scarcella, che ha definito questa curiosa anomalia un “dispetto” alla nuova amministrazione, si dice pronta a forzare personalmente le porte, «perché in quei beni – ha rimarcato in aula durante le sue comunicazioni alla città – dobbiamo mettere piede”.
La questione è sorta nei giorni scorsi quando per concretizzare l’idea del primo progetto “Dopo di noi” per persone con disabilità e per delocalizzare alcune famiglie disagiate in alcuni beni confiscati ci si è accorti che non si trovavano le chiavi. «La lotta alla criminalità – ha evidenziato Scarcella – si fa usando quei beni, dandoli a chi ha bisogno, ma quando siamo andati a verificare dove erano le chiavi nessuno lo sapeva e ancora non le abbiamo trovate. Nella loro relazione, i vigili sostengono che le aveva il sindaco Alessio; quest’ultimo ha risposto di chiedere ai vigili che hanno confermato di non averle, così come l’Ufficio tecnico».
Scarcella ha fatto dunque sapere che sarà costretta a presentare denuncia alle autorità di polizia e a far forzare tutte le porte di tutti i beni confiscati in città.

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