Reggio

Domenica 24 Novembre 2024

Sanità a Reggio, il paradosso dei Piani terapeutici: serve solo aggiungere tre parole

Il Grande Ospedale Metrolpolitano (Gom) di Reggio Calabria in una foto d'archivio. ANSA/GIORGIO NERI

Sembra una danza tutta calabrese il problema “piani terapeutici” che grava su tanti pazienti. La Regione Calabria, nell’ultimo DCA (Decreto del Commissario ad Acta) 225 del 9 agosto 2024 che avrebbe dovuto risolvere i problemi a quanti sono in attesa di una svolta, da un lato è ferma come una statua e dall’altro sono presenti aspetti contrastanti con gli altri DCA emessi in precedenza. Ed ecco subito spiegato: chi soffre di problemi reumatologici, cardiologici, neurologici e di altra natura, non può ottenere in tempi “umani” il piano terapeutico dai medici degli Ambulatori Specialistici Territoriali. Tutto fermo come nel vecchio DCA 36 del Gennaio 2023. «Il tutto si risolve» da parte delle istituzioni è rimasto solo una promessa. Per avere il piano terapeutico bisogna recarsi in ospedale. Se poi il paziente viene prenotato tra un anno o tra cinque mesi forse, ma solo forse, poco importa. Però negli Ambulatori Specialistici Territoriali, dove la visita ed il piano terapeutico sarebbero disponibili a distanza di qualche settimana, solo e soltanto di medici dipendenti possono prescriverlo. E qui sorge il problema. Il 98% degli specialisti sono convenzionati interni e non dipendenti. I convenzionati non possono prescrivere i piani. Eppure sono specialisti al pari dei loro colleghi. E proprio per questi incomprensibili motivi che tra i pazienti la rabbia e l’ira mista allo sdegno salgono. Sentimenti che raggiungono l’esasperazione in chi è impossibilitato ad uscire di casa per curarsi e ha bisogno di una visita domiciliare. Altro che invocare il diritto alla salute. In certi casi, forse ma solo forse, diritti non si hanno. O meglio: sì. Tuttavia vengono negati in nome di quanto scritto in un decreto della Regione Calabria.

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