Nessun giallo sulla vicenda, visto che la dinamica del tragico incidente di caccia non lascia spazio a ipotesi al di fuori dell’evento accidentale. Ma per il momento niente restituzione della salma ai familiari della vittima, e di conseguenza, per ora, nessun funerale. Solo dopo l’effettuazione dell’esame autoptico (in programma, verosimilmente, nel fine settimana o al massimo all’inizio della prossima) disposto dalla Procura di Locri, l’autorità giudiziaria disporrà il dissequestro della salma e sua la restituzione ai familiari.
Bruno Chiera, 55 anni, pensionato ed ex bracciante agricolo, coniugato, domenica scorsa sarebbe deceduto a causa di un colpo partito accidentalmente dal fucile che l’uomo aveva con sé durante una battuta di caccia. Un tragico incidente, che si è verificatosi nel primo giorno della nuova stagione venatoria in una zona di campagna della frazione montana di Campoli del comune di Caulonia. Un’area montana situata alle pendici del monte Gremi, da sempre battuta, nella stagione venatoria, da tanti cacciatori, perché ricca di diverse specie di selvaggina.
Secondo quanto sarebbe emerso subito dopo il tragico incidente, il 55enne cauloniese avrebbe pagato con la vita un movimento sbagliato, probabilmente frettoloso, nell’imbracciare il fucile, un movimento che gli avrebbe fatto perdere l’equilibrio e fatto finire in un dirupo. Dall’arma di Chiera è partito un colpo, forse due e la “rosa” dei pallini lo avrebbe sfortunatamente centrato in pieno, provocandogli una ferita con immediata emorragia, che non gli ha dato scampo.
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