Reggio

Lunedì 25 Novembre 2024

Migrazione sanitaria a Reggio, numeri impietosi: dati in aumento tra il 2021 e il 2022

La sede dell'Asp di Reggio Calabria

È una fuga che continua quella dei cittadini che scelgono di curarsi fuori dalla regione. Nell’area metropolitana reggina i numeri restano impietosi con un aumento del numero delle persone che hanno deciso tra il 2021 e il 2022 di curarsi fuori dai confini regionali, o perché non si fidano o perché non reputano adeguate le strutture dell’Azienda sanitaria provinciale. Ma ci sono anche tanti ricoveri fuori regione “inappropriati”, non giustificati cioè da valide motivazioni. Nel 2022 si sono registrati oltre 14mila ricoveri fuori regione di cittadini residenti nel reggino mentre nel 2021 erano stati 11mila. Il costo è lievitato da 55 milioni di euro a 62 milioni. Nel 2022 quindi si è avuto un incremento della mobilità passiva sia con riferimento al numero di ricoveri che agli importi. L’incremento evidenziato è anche conseguente alla fine della pandemia e alla ripresa della mobilità passiva. Lo stesso dicasi per chi sceglie non di ricoverarsi fuori regione ma di farsi visitare o di beneficiare di servizi ad esempio ambulatoriali. Gli importi relativi al costo della mobilità passiva per residenti nell’Asp di Reggio Calabria negli anni 2021-2022 hanno registrato un aumento complessivo del 11% relativamente alle prestazioni. Si è passati da 13, 5 milioni a quasi 15 in un solo anno. In totale quindi nel 2022 solo l’Asp di Reggio grava sul bilancio della sanità regionale per oltre 77 milioni di euro. Come fanno sapere dall’Asp si intravede in prospettiva una inversione di tendenza. «È atteso un miglioramento sui dati di mobilità relativi all’anno 2023 - sottolineano dall’Azienda sanitaria provinciale reggina - sia per i ricoveri sia per l’attività specialistica, in ragione dell’incremento di attività assistenziali aziendali ospedaliere e specialistiche ambulatoriali. Si precisa che i dati di mobilità passiva sono gestiti a livello nazionale e per il 2023 arriveranno verosimilmente ai primi mesi del 2025».

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