Una escalation da brividi e senza senso. Ad aprile un incendio doloso che manda in cenere l’edificio della direzione di Ecolandia; a maggio le fiamme divorano il manto sintetico, ancora da posizionare, del campo sportivo di Catona; a fine agosto tocca al pulmino di Borgo Croce e adesso di nuovo a Ecolandia, questa volta è il ristorante ad aver subito gravi danni.
«Gesti odiosi – li bolla Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti – che non hanno come bersaglio attività commerciali che pur continuano a essere vessate e fatte oggetto di atti intimidatori. Non puntano, quindi, all’estorsione agli imprenditori. Queste sono azioni diverse, più subdole e se vogliamo “sofisticate”. Non mirano a un ritorno economico, al ricatto alla singola azienda o al singolo individuo. È una differente strategia messa in campo con un preciso scopo: contrastare azioni efficaci e concrete di rigenerazione urbana, una delle armi che come Società Civile, insieme agli Enti e le Istituzioni, possediamo e siamo in grado di utilizzare per scardinare non solo la ’ndrangheta vista come organizzazione criminale ma anche quella mentalità mafiosa che l’accompagna e la protegge permeando alcuni strati della popolazione rendendoli succubi, inerti se non addirittura indirettamente complici».
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