Reggio

Giovedì 19 Settembre 2024

Ultimo atto: era incandidabile il sindaco di S. Giorgio Morgeto

Salvatore Valerioti non si poteva candidare quando è stato eletto sindaco di San Giorgio Morgeto nel novembre del 2021. Lo dice in maniera definitiva anche la Cassazione, con un’ordinanza del maggio scorso – della quale si apprende solo ora – mettendo in moto un meccanismo amministrativo che per legge ora deve far perdere la carica al primo cittadino. A partire dalla fin qui mancata presa d’atto del Consiglio comunale del piccolo centro aspromontano, mai convocato sul punto e ufficialmente non informato della decisione definitiva – diventando perciò organo che sta vidimando degli atti di giunta che in linea teorica potrebbero essere nulli o comunque depotenziati – si stata muovendo la Prefettura di Reggio Calabria che avrebbe scritto agli uffici comunali per chiedere l’immediata adunanza dell’assemblea. La Suprema Corte ha respinto quindi il ricorso che lo stesso Valerioti aveva presentato, contro la sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria del maggio 2023. In buona sostanza, sia il Tribunale di Palmi – che si era pronunciato il 5 luglio 2021 – sia i giudici di secondo grado e ora la Cassazione stabiliscono che Valerioti non si poteva presentare al cospetto degli elettori per via dell’accertata responsabilità nello scioglimento per mafia del Consiglio comunale del dicembre 2019, in cui era sindaco. Il primo cittadino, un apprezzato medico di famiglia all’epoca certamente vicino al Pd, lo aveva detto più volte che così come lascia fare la legge sarebbe andato «fino in Cassazione» pur di contestare una norma che sul punto è chiara, imponendo di rinunciare ai due turni elettorali successivi nel caso in cui con sentenza del Tribunale si arrivi a decretare l’incandidabilità dell’amministratore. Un braccio di ferro prolungato con la Giustizia e contro la rigidità di una normativa di cui in tanti chiedono la riforma, quindi non nuovo in Calabria, e che però ha dato sempre torto a Valerioti, senza evitare però che nascesse una consiliatura idonea dal punto di vista formale, ma censurabile e censurata tre volte dal punto di vista sostanziale.

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