Reggio Calabria, a rischio metà delle guardie mediche: l’Asp fa i conti con le carenze di personale. L'ira di Falcomatà
«Sono più confuso che persuaso. Era una riunione che dovevamo fare da tempo. Abbiamo fatto un aggiornamento su alcune tematiche specifiche, in particolare le guardie mediche e i poliambulatori. C’è stato comunicato che probabilmente dovranno chiudere almeno la metà delle Guardie mediche presenti sul territorio metropolitano. Ho detto da subito, come presidente del Comitato della conferenza dei sindaci dell’Asp, che non saremo complici rispetto a un colpo che, probabilmente, sarebbe mortale per la sanità territoriale dell’area metropolitana». Queste le parole del sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, nella qualità anche di presidente del Comitato della Conferenza dei sindaci sulla sanità, rilasciate a margine della riunione alla direzione generale dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria. Erano presenti, inoltre, i rappresentanti degli altri territori d’area: Locride, Tirrenica e Area dello Stretto, il consigliere metropolitano Giuseppe Marino e il consigliere comunale reggino, Franco Barreca. «Le guardie mediche – ha aggiunto il primo cittadino metropolitano Falcomatà – sono un presidio sanitario e sociale che non possiamo permetterci di perdere. Se il problema è quello della carenza di medici, come ci è stato detto, bisogna lavorare affinché le strutture delle guardie mediche siano riempite dei medici. Non possono essere chiuse per carenze dei medici». «Altra perplessità – ha evidenziato il sindaco Giuseppe Falcomatà – anche rispetto all’organizzazione dei poliambulatori, abbiamo chiesto risposte chiare su quello di Pellaro, chiuso dal 2018, e sulla sua riapertura. Abbiamo offerto la disponibilità, anche a seguito di un sopralluogo, di alcuni locali comunali all’interno del Centro civico». «Per noi, ovviamente- ha continuato il primo cittadino metropolitano - la riapertura del poliambulatorio a Pellaro non può e non deve essere un’alternativa alla struttura di via Padova. Non possiamo pensare che se si riapre a Pellaro si chiude il poliambulatorio di via Padova. Deve essere restituito al vasto territorio di Pellaro ciò che c’era fino al 2018. Su questo – ha concluso Falcomatà – abbiamo chiesto garanzie ed una riflessione all’Asp perché, naturalmente, saremo fermi e non saremo disposti a soluzioni alternative».