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Reggio, le cantate del nuovo collaboratore di giustizia Davide Bilardi tra “Garden” e “Atto quarto”

Nell’inchiesta “Garden” oggi e in “Atto quarto” il 30 settembre: si sviluppa su due fronti il contraddittorio giuridico e procedurale tra Procura antimafia e collegio di difesa sull’utilizzabilità dei primi verbali, inevitabilmente ampiamente omissati, del nuovo collaboratore di giustizia reggino, il 49enne Davide Bilardi.
Le dichiarazioni della più recente gola profonda delle ’ndrine cittadine, indicato dagli analisti del pool antimafia come un esponente riconducibile alla cosca Tegano (arrestato per associazione mafiosa nell’ottobre 2023 proprio nell’ambito dell’operazione “Atto quarto”) e indicato come «uno dei terminali di collegamento tra le famiglie mafiose di Archi e la cosca Libri», saranno al centro dell'udienza “Garden” in calendario oggi pomeriggio all’Aula bunker.
Studiato e presa contezza del carteggio - depositato in udienza preliminare lo scorso 16 settembre - i penalisti impegnati proveranno a contestare la tempistica dell'eventuale acquisizione e soprattutto chiederanno «un’ulteriore fase di tempo» per produrre le proprie controdeduzioni, nello specifico prove e documenti che possano subito neutralizzare le prime bordate d’accusa del collaboratore di giustizia.
Davanti al Gup Francesca Mesto ritornano oggi i ventotto indagati di “Garden” (e le dieci parti offese tra cui i Ministeri dell'Interno e della Salute, la MetroCity e Palazzo San Giorgio).

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